Il Parco Archeologico di Castelseprio, un importante sito romano il cui complesso è strettamente legato al Monastero di Torba, un edificio che ebbe funzioni difensive prima, civili poi e religiose infine. Situato nel piccolo comune di Gornate Olona, nella provincia di Varese, il Monastero di Torba oltre ad essere Patrimonio dell’Umanità è parte del FAI – Fondo Ambiente Italiano, impegnato nel tutelare e valorizzare questo complesso architettonico di grande importanza storica. A cui non manca un pizzico di leggenda.
Sorto nel tardo Impero Romano, il complesso ebbe inizialmente una funzione difensiva; Torba era infatti un luogo di importanza strategica. Fu quindi utilizzato dai Goti, dai Bizantini e dai Longobardi, e proprio sotto questi ultimi assunse funzione civile e successivamente religiosa, quando le monache benedettine vi si installarono nell’VIII secolo. Mantenne queste ultime spoglie fino all’età Napoleonica. E’ quindi un fitto intersecarsi di epoche, di stili, di architetture, di opere artistiche che permettono di dare una ‘lettura’ della storia territoriale.
Internamente si trovano inoltre sale, oratori, nicchie, decorazioni e affreschi. Altro corpo importante del Monastero di Torba è la Chiesa di Santa Maria, costruita in diverse fasi a partire dal VIII secolo, anch’essa realizzata con le pietre del fiume Olona e rivestita in calce. Alcuni elementi sono stati distrutti, come la cripta, la torre campanaria (ricostruita nel XI secolo).
Salta per prima all’occhio la torre di tre piani, risalente al V secolo, a cui è stata aggiunta una colombaia con l’arrivo delle monache, i cui muri sono realizzati con ciottoli di fiume, e presentano frammenti di antichi sepolcri romani. Forse più di altri elementi la torre testimonia la complessa storia del monastero: le finestre a feritoia tipiche degli edifici militari sono accostate ad affreschi e iscrizioni che riconducono a sepolcri religiosi dell’epoca Longobarda. Ed è proprio qui che si inserisce la leggenda de:
Le monache senza volto
Nella parete ovest abbiamo l’affresco più bello, significativo e misterioso, un gruppo di otto monache in processione con sopra le loro teste otto sante, che si è sempre pensato fossero le protettrici delle stesse monache, oppure che fossero direttamente le stesse monache riportate nella visione celeste. Come al solito il numero otto emerge non a caso in un luogo religioso e di alto valore simbolico.
C’è però un particolare che balza
immediatamente all’occhio e cioè che tre di loro sono senza volto. Sono state
fatte diverse supposizioni a riguardo, tra le quali, la più plausibile è stata
quella in cui si ritiene che la scomparsa sia dovuta alla forte umidità del
luogo che ha contribuito alla perdita dei lineamenti, dato che venivano
realizzati successivamente con colore sul colore del volto e quindi con una
presa debole. Cosa strana resta comunque il fatto che gli altri volti non sono
scomparsi totalmente come questi, in questo caso infatti, essi sono di un ovale
perfetto, privo di qualsiasi traccia come se nulla vi fosse stato disegnato
sopra, come se effettivamente fossero sempre state senza viso.
Esiste una leggenda legata a questa stranezza. Pare che mentre veniva
realizzato l’affresco, tre monache si allontanarono dal monastero per fatti
ignoti, lasciando così incompleti i ritratti, vuoti, nell’attesa di essere
completati con l’eventuale arrivo di nuove monache, cosa però che mai accadde,
perché per l’appunto il luogo fu abbandonato. Le tre monache “senza
identità” morirono nel corso degli anni e dato che non era stato
completato l’affresco con le loro corrispettive immagini, si dice che i loro
spiriti stiano ancora oggi vagando per i campi di Torba nel tentativo di
rientrare nel dipinto. Il giorno in cui ci riusciranno, avranno un’identità e
potranno finalmente accedere al Paradiso. Quando ciò accadrà … noi lo sapremo
perché lo vedremo con i nostri occhi!
La Pietra Sacrificale, la figura Mefistofelica e … Gioacchino …
Essendo il monastero, un complesso di varie strutture architettoniche, è possibile incontrare non solo una cascina monastero, ma anche una torre, una cinta muraria difensiva e una chiesa dal nome di S. Maria di Torba. La chiesa di Santa Maria di Torba è a una navata e venne edificata tra l’VIII e il XIII secolo. La grande porta murata che balza all’occhio è un vecchio passaggio realizzato dai contadini per facilitarne l’utilizzo a deposito. Attorno è possibile incorrere in ciò che resta di antiche tombe. Anche qui a causa dei contadini sono stati persi quasi totalmente gli affreschi, solo nella torre campanaria, che un tempo si trovava all’esterno, resta una figura mefistofelica e un personaggio dal nome di Gioachino, per l’iscrizione Kim.
La cripta, ormai priva di copertura, mantiene ancora le colonne originali. Al centro vi è una pietra molto particolare, è quadrata con un inserto rotondo, la sua funzione è ignota e non si sa se è semplicemente una base di una colonna o se fosse stata utilizzata quale pietra sacrificale. In questo caso il luogo forse anticamente veniva utilizzato per antichi rituali pagani?
Fonti:
www.luoghimisteriosi.it