I massi erratici sono rocce trasportate dai ghiacciai in epoche antiche. I ghiacciai oggi sono naturalmente scomparsi, si sono ritirati nel corso dei tempi lasciando le pietre in un contesto completamente diverso dal loro luogo di origine. I nostri antenati erano affascinati da queste rocce al punto di volerle utilizzare come altari, luoghi di sepoltura per personaggi di rilievo, punti di riferimento per osservare il cielo. Ovviamente attorno ad essi nacquero leggende, ma anche riti e usanze di carattere magico e di interesse antropologico. La loro origine, il loro percorso è stato compreso solo attorno alla metà del 1800. La nostra provincia è ricca di questi detriti che non si presentano solo in dimensioni ampie, vi sono infatti piccoli massi che un tempo sono stati utilizzati anche per la costruzione di edifici. I più conosciuti, quelli che nella nostra zona appaiono come monumenti naturali, sono il Sasso Cavallaccio Sass Cavalàsc in località Ranco, Sass da Preja Buia a Sesto Calende, Masso erratico di Brinzio e Sass di Biss nel Vigano (la Brughiera del Vigano occupa un’area compresa tra i comuni di Somma Lombardo e Golasecca). Masso della macina, Sass de la Masna presso le Cascate della Froda in Castelveccana. Altare degli Avi in San Michele, Porto Valtravaglia. Masso di Piero, Piero, Curiglia con Monteviasco. Questi massi hanno caratteristica comune di riportare graffiti e incisioni rupestri. Il sasso Cavallaccio ha una forma particolare che sulla superficie più sporgente ricorda vagamente la testa di un cavallo. Parte del suo volume è ancora interrata, questo fa pensare a una dimensione ampia e non ancora visibile. Un altro masso che riporta a forme animali è il Sass da la Preja Buia, situato non poco distante dall’interessante oratorio di San Vincenzo in Sesto Calende. I tratti della pietra ricordano una chioccia intenta a proteggere i pulcini. Questa caratteristica ha fatto in modo che molte leggende fiorissero attorno alla pietra e che molti riti legati ad essa fossero in riguardo alla fertilità e alla procreazione. Interessante anche il Sass de Biss di Somma Lombardo inserito in una vasta area che comprende anche il Monsorino tra Golasecca e Sesto Calende. I Cromlech sono strutture poste a cerchio e adibite alle sepolture e sono importante testimonianza della Cultura di Golasecca. Sul Sasso delle Bisce si trovano infatti antiche incisioni rupestri a coppella singola. Questo tipo di incisioni sono spesso rilevabili sui massi erratici, Si tratta per lo più di coppelle il cui scopo non è ancora ben chiaro. In un discorso più ampio si può presumere che questi incavi potessero essere utilizzati per riti legati all’acqua o per raccogliere le offerte da destinare alle divinità, in alcuni casi sembrano riferirsi alle costellazioni, simboli planetari o ancora offerte destinate a un defunto, per garantirne la resurrezione o il riposo dello spirito. Si può supporre come gli antichi vedessero in questi massi una forma di potenza insita nella natura e di carattere divino. La sensibilità spiccata che guidava i nostri avi era dettata dallo stretto contatto che essi avevano con la natura e a queste pietre attribuivano quindi forze soprannaturali, un punto di riferimento col Divino tanto da essere utilizzate per le offerte e i sacrifici. Probabilmente erano per lo più le donne a compiere riti o gesti particolati atti alla guarigione e alla fertilità. Con l’avvento del Cristianesimo le forme di superstizione furono bandite e questi luoghi visti con sospetto. Si può notare che nelle loro vicinanze è spesso presente un’edificio sacro, semplice croce o chiesa (1). Lo scopo era di esorcizzare il male oppure si individuava in esso un centro energetico? Se si prende in esempio il Masso di Piero si nota come le antiche incisioni furono sostituite da “croci fiorite” (2). Le croci arricchite con fiori e rami sono diffuse nell’iconografia paleocristiana, ma spesso si rifanno all’immagine dell’albero della vita (3). Da una visita personale sui luoghi, comparazione e spunti: C. Briante U. Marelli, Misteri e storie degli antichi borghi d’Insubria, Macchione editore, Aqui Terme, Impressioni grafiche Soc. Coop. Onlus, 2018, 1 Arcà A., Fossati A., 1995, Sui sentieri dell’Arte Rupestre, Ed. CDA, Torino 2 impressioni personali tratte da visite sul luogo comparate con: Studi piemontesi, Volume 18, Edizione 2, Centro studi piemontesi., 1989 pag. 547. 3Archeologia Medievale, XXXIX, 2012